Detta così non fa tanta impressione. Ma è come se tua nonna, che vive al paesello, si fosse trasformata dalla sera alla mattina in una sfegatata e-shopper.
Probabilmente non hai una nonna che vive al paesello, ma immagina la scena.
Lei fa la spesa da sempre nel negozietto sotto casa, del cui proprietario conosce vita, morte e miracoli. Ogni acquisto è un’occasione per scambiare due chiacchiere, raccontare dei figli lontani, sapere come va la salute.
Solo quando il ginocchio le fa troppo male per uscire, tua nonna si concede il lusso di fare la spesa per telefono. E anche quella è l’occasione per chiacchierare con il ragazzo delle consegne e magari offrirgli un caffè.
Per un qualche motivo, tua nonna è venuta a vivere a Milano con te, che sei un vero nativo digitale (non abiti a Milano e non sei un nativo digitale? Ok, facciamo finta): come dire che piomba in un altro mondo.
Tu, infatti, compri online praticamente tutto (libri, vestiti, piante, mobili e persino pesci rossi); ti sposti con il car sharing e usi lo smartphone per sbloccare la macchina; nei negozi paghi con un orologio; ordini la cena su Glovo.
Ogni mattina tua nonna apre la porta e ritira un pacco per te, consegnato in 24 ore grazie ad Amazon Prime.
Lei è stranita. Le mancano le chiacchiere con il negoziante. Cerca di scambiare due parole con il corriere, ma quello ha fretta e decine di consegne da fare.
In preda allo sconforto inizia a parlare da sola e all’improvviso sente una voce in casa: è Alexa che risponde. Colta alla sprovvista, si spaventa, cade, si rompe una gamba ed è costretta a letto per settimane.
Impossibilitata a muoversi, cosa fa? Compra online ciò di cui ha bisogno, scoprendo i vantaggi dell’e-commerce. Finisce che ogni giorno arrivano a casa pacchi sempre più grandi, ma questa volta tutti indirizzati a lei e non a te.
(Ora che ci penso, questo potrebbe essere un buon soggetto per un video comico sulla rivoluzione digitale causata da un virus 😊).